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La poetica della materia: la bellezza della sinestesia (parte 1)

Con questo post si inaugura “alla grande” la rubrica dedicata all’architettura, con un articolo molto interessante ed approfondito sullo studio di Herzog & de Meuron, scritto da Jole Paolantonio.
Per alleggerirvi la lettura ho ritenuto opportuno dividerlo in tre parti, con un appuntamento a settimana.
gli architetti Jacques Herzog e Pierre de Meuron

La poetica della materia: la bellezza della sinestesia
di Jole Paolantonio
Intro
L’architettura parla, dialoga con lo spazio, muta i rapporti tra uomo e città.
Nelleopere di Herzog & de Meuron questo aspetto rappresenta solo la punta di uniceberg che racchiude un universo di connessioni che si innescano con le piùsvariate tematiche di riflessione. Non solo architetti quindi, ma anche grafici,psicologi, filosofi, predicatori; la compattezza di pensiero trasforma lacoppia svizzera in una sola testa, in una sola anima capace di inglobare inun’architettura tutte le percezioni captate ed esprimerle attraverso diversechiavi di lettura, la più importante delle quali è la materia.

museo Tate Modern, Londra. Progetto di Herzog & de Meuron
Biografia
Ilsodalizio tra Jaques Herzog e Pierre de Meuron inizia tra i banchi dell’ ETH diZurigo. La formazione universitaria dei giovani ragazzi è all’inizioprevalentemente sociologica e filosofica, retaggio ideologico del ’68, per poipassare ad un attento studio delle immagini architettoniche del passato persviluppare una propria autonomia disciplinare. A seguirli in questo percorsovisivo è stato il nostro Aldo Rossi, architetto legato al potere del disegno,da egli stesso coltivato con perseveranza.PerRossi non era importante che un suo progetto venisse realizzato; era l’idea,già forte nella sua architettura disegnata, a sollevare il polverone dellapresunta modernità, proponendo delle opere non legate ad un accademicostoricismo, ma calate in un eterno presente.
Furonotali pensieri a scuotere le menti dei due svizzeri, che nel frattempoampliavano il loro sapere articolandolo nelle discipline più disparate. Funell’ambito artistico che H&deM trovarono quello slancio che tuttora lidistingue dagli altri architetti e soprattutto l’incontro con Jopseph Beuys fudeterminante. 
L’artista belga era solito utilizzare i più svariati oggetti chevenivano trasformati in opere d’arte; l’approccio con la materia del suooperare era sensuale, appassionato, ma comunque legato alla realtà.Nel1978 H&deM  fondano il proprio studioed è proprio con Beuys  che realizzano illoro primo lavoro che possiamo definire manifesto in carne ed ossa dellapoetica degli architetti svizzeri.
InSvizzera il carnevale è una festa particolarmente sentita, poiché consenteattraverso la trasfigurazione dell’identità, di abbattere le diversità etniche eculturali presenti nel paese. I due architetti furono chiamati a realizzare un happeninglegato a questa festa e per l’occasione collaborarono con Beuys; l’eventoassunse i connotati di una vera e propria performance artistica, ben lontanadagli intenti tradizionali del carnevale. In una parata  musicale settanta persone indossano pesantivestiti di feltro che apparentemente sono legati alla quotidianità; non ci sonomaschere sul viso, non c’è trasfigurazione. La provocazione si accendeall’interno di una festa notoriamente provocatoria, ma con intenti più sottili,più intellettuali.
Larelazione tra architettura e arte diventerà poi uno dei capisaldi di H&deM,legati a concetti come osservazione, percezione, fenomenologia; questi aspettipercorrono la carriera dei due architetti e rappresentano le basi di una vera epropria “filosofia progettuale”.
Stadio Olimpico di Pechino. Progetto di Herzog & de Meuron
Poetica

Leaffermazioni di Jaques Herzog, portavoce del duo svizzero, si rifanno più chead un architetto ad un guru del pensiero non solo architettonico, ma osereidire cosmico. 
La tendenza, ormai divenuta assioma, di avere un pensierotrasversale, nutrito dalle fonti più disparate del sapere e soprattutto dalrapporto polisensoriale con la natura fa sì che H&deM non si fermino allasuperficie, ma vadano oltre, in costante movimento.

Giàdagli esordi i due architetti hanno avuto il coraggio di andare contro lecorrenti dominanti, il Postmodern prima e il Decostruttivismo poi, elaborandoun proprio campo d’azione sorretto dalla loro poetica così forte e radicale.
E’possibile rintracciare alcuni punti fondamentali del pensiero di H&deMutili alla comprensione degli edifici che verranno analizzati:
_L’espressione del potenziale dell’architettura e l’assenza di una cifrastilistica;
_La percezione come amplificazione e inganno dei sensi;
_L’indissolubile e intuitivo rapporto con la natura;
_La materia e le sue qualità nascoste.
 museo CaixaForum, Madrid. Progetto di Herzog & de Meuron
(appuntamento alla settimana prossima, con la seconda parte dell’articolo)

2 commenti su “La poetica della materia: la bellezza della sinestesia (parte 1)”

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