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Oggi con… Ivana Riggi

Immaginiamo di stare seduti al caffè di Piazza Garibaldi a Caltanissetta, con il sole in faccia e un mare di profumi e colori tutt’intorno.
L’amica che stiamo aspettando è un pò in ritardo, perchè presa da un impegno all’ultimo momento. Ma eccola che arriva, con un gran sorriso sulle labbra.

Ivana Riggi, architetto, designer, giornalista, scrittrice

 

Mi sarebbe piaciuto incontrarla così Ivana Riggi, anzichè scriverci a km di distanza, ma la nostra chiaccherata virtuale ha comunque il sapore di quel caffè.
Ormai conoscete già i suoi gioielli in carta e argento (ne avevamo parlato qui) ma, visto che c’è ancora molto da scoprire, le ho posto alcune domande per questo blog.

Ciao Ivana, benvenuta. Parlami di te.
Nasco a Caltanissetta nel 1972 ma trascorro i primianni della mia infanzia in Puglia, precisamente a Peschici sul Gargano, dove imiei lavorano come insegnanti. È un periodo significativo della mia esistenzaperché il mare, il suo odore, le sue correnti, sono rimasti dentro di me anchedopo il rientro nell’entroterra siculo, nella città natia.   
Dopo la maturità scientifica mi iscrivo allaFacoltà di Architettura di Palermo e scelgo, erano gli anni Novanta,l’indirizzo di Progettazione architettonicasviluppando però una tesi sulle Demanialitàe proprietà pubbliche nella provincia di Caltanissetta, un’esperienza cheriguardava l’assetto del territorio, di tipo urbanistico, per dare un respiro“più ampio” agli studi più specificatamente di tipo progettuale maturati neglianni.
 “Palermo è unacipolla”, come ricorda il libro scritto da Roberto Alajmo: “La Cittàè così. È fatta a strati. Ogni volta che ne sbucci uno ne resta un altro dasbucciare.”… e in quegli strati sono cresciuta. 
Ho avuto l’opportunità diconoscere molti giovani siciliani provenienti da tutta l’isola e anche moltiragazzi greci: le stratificazioni storiche e culturali del capoluogo sicilianoe i contributi vitali di tutti i miei colleghi-amici sono stati importanti eincisivi per la mia formazione. 
Palermo è una città contraddittoria masicuramente da “assaporare” e tuttora rappresenta per me un luogo diriferimento importante.
Segue un anno di tirocinio presso uno studio, mi servema non mi sento pienamente soddisfatta così mi svincolo: inizio a realizzare dasola delle piccole progettazioni di interni per privati e sviluppo deicomplementi di arredo… Pochi soldi, buone soddisfazioni. 
Dopo un po’ accarezzol’idea di andarmene, di lasciare la Sicilia come fanno tanti miei amici, attualmente ancoraall’estero o al Nord dello Stivale, supero dei colloqui ma, alla fine, decidodi restare…
Nel frattempo, quando mi è possibile, viaggio perbrevi periodi per conoscere meglio l’Europa. Voglio respirare diverse culture eguardare posti diversi. 
Nel 2006 dopo un viaggio a Berlino, che mi colpiscemoltissimo per il design dalla linea “pulita”; decido di canalizzare la miapassione per la progettazione a piccola scala su qualcosa di diverso: igioielli. 
Disegno e faccio realizzare a terzi;  nasce il brand ELEMENTI che verte non sullaoreficeria tradizionale ma su una microprogettazione che esplora anche l’uso dinuovi materiali. Da lì partiranno le esposizioni in Italia e all’estero perfarmi conoscere. 
Parto quasi sempre da sola: incontro gente, vedo luoghi,prendo contatti e cerco, naturalmente, di vendere.
gioielli della collezione ELEMENTI, disegnati da Ivana Riggi
gioielli della collezione ELEMENTI, disegnati da Ivana Riggi
gioielli della collezione ELEMENTI, disegnati da Ivana Riggi
gioielli della collezione ELEMENTI, disegnati da Ivana Riggi
Contemporaneamente inizio ascrivere; gli incontri, i viaggi mi portano a sviluppare “un terzo occhio”  critico nei confronti di me stessa e di tuttociò che mi ruota attorno. Alcuni piccoli racconti e poesie vengono pubblicatiin alcune antologie. Nel frattempo continuo “a prendere appunti” che rientranonella sfera della narrativa e inizio le collaborazioni come freelance per ilportale telamatico Archimagazine,dedicato alla cultura del progetto, curato da ricercatori e docentiuniversitari e divento il corrispondente design in Italia per il 4amagazine.
Nel 2008 decido di frequentare il corso diperfezionamento in “Design del gioiello contemporaneo” al Politecnico di Milano. 
Qui, oltre ad avere la fortuna di essere in una classe eterogenea  che mi stimola e in cui nascono belle amicizie,conosco Alba Cappellieri, direttore del corso, che troverà in seguito alcuni miei progetti interessanti e li inseriràin due mostre tenutesi al Triennale Design Museum di Milano nel 2009 e nel 2010.Questa persona resta, per me, un punto di riferimento di molto valore.
Nel 2009 mi avvicino al mondo della scenografia cinematografica,mi trasferisco a Roma per qualche mese e faccio un’esperienza nuova: mi rendoconto che la squadra di  scenografia èuna maestranza a tutti gli effetti ed è molto affascinante.

Nel 2010 dirigo la scenografia del film Un uomo nuovo, attualmente in fase dimontaggio, diretto dall’esordiente Salvatore Alessi. Si tratta di un lungometraggioper il grande schermo, ispirato al romanzo Coglila rosa evita le spine (prima ed. Il Filo 2007, seconda ed. A&Beditrice 2010) di Adriano Nicosia, finanziato con il programma “Sensicontemporanei” dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con la Regione Sicilia,girato in Sicilia. 

 backstage del film Un uomo nuovo. Foto di Martina Bruno
backstage del film Un uomo nuovo. Foto di Martina Bruno
backstage del film Un uomo nuovo. Foto di Martina Bruno
Sempre nello stesso anno maturano i pensieri e gliappunti scritti negli anni e viene pubblicato dalla A&B ed. (gruppoeditoriale Bonanno) il mio primo libro di microracconti e micropensieri intitolato Anisette e gli altri
Oggi lavoro a una nuova collezione di monili, stiamopreparando le basi per un nuovo progetto cinematografico e continuo a scriverea tuttotondo. Staremo a vedere,chissà.
copertina del libro Anisette e gli altri, di Ivana Riggi. A&B edizioni
Che significato ha la creatività per te?
È difficile per me esprimere che cosa significhicreatività e come se definendola in qualche modo la ingabbiassi svilendone ilvalore. Tento: per me è uno stato di necessità.
Parlami del tuo studio e della tua scrivania.
Il mio studio, come fanno alcuni, è dentro la miacasa. 
È uno spazio in cui tengo di tutto: parti di cose trovate, comprate,riviste e libri di settore, libri di narrativa e poesia, sia italiana chestraniera, fumetti d’autore, il mio computer, lo stereo. La mia scrivania è iltavolo da disegno che utilizzavo all’università, ne regolo l’altezza a secondadelle necessità e dell’uso che ne faccio. È piena di post it, appunti su coseda sviluppare. 
Di fronte ad esso c’è una parete, lunga circa tre metri in cuiuna decorazione sintetizza in poche linee degli uccelli appollaiati su dei cavielettrici. Alcuni di essi, sono in volo. Ogni tanto li guardo.
Raccontami una tua giornata tipo: come ti dividi tra idiversi impegni?
Cerco di seguire un metodo di lavoro che abbia unacerta continuità nel tempo, provando a non accelerare troppo alcuni passaggiche richiedono una certa sedimentazione. Questo per quanto riguarda la faseprogettuale. 
Contestualmente curo i contatti per la vendita di quanto è giàstato realizzato. In alcuni giorni ci sono degli incontri che riguardano glialtri impegni di cui ti ho parlato. 
Sotto questo punto di vista non sono moltorigida, più che una “giornata tipo” mi piacerebbe descriverti un flusso chescorre e muta su un percorso che varia. In tutto ciò ci sono dei momenti disoddisfazione e altri di delusione.
Cosa vuol dire essere donna e come nascono i tuoi progetti?
Su l’essere donna, non saprei… Sì, su certe coseprobabilmente si fatica parecchio ma non credo che per un uomo sia piùsemplice. Ci sono situazioni e forse approcci, modi di sviluppare le cose,differenti ma i problemi, così come le soluzioni agli stessi, si presentano inentrambi i casi. Questo secondo il mio punto di vista naturalmente. 
I progettie le ispirazioni nascono dalle proposte, dalle occasioni, dagli incontri, daun’idea che, magari, ti è balenata in testa da tempo e che poi concreteraiperché valida nella realtà.
Raccontami una esperienza importante.
Non ne esiste una in particolare. Potrebbe sembrarebanale ma sono tutte quelle che ho fatto a oggi: nel bene o nel male, anche adistanza di anni, mi sono servite.
Qual è il rapporto con il tuo territorio?
Ahi! È un rapporto doloroso e turbolento. La Sicilia è un territoriostraordinario e attraente, pieno di storia, di impulsi creativi trasmessi dallaspontaneità della gente comune. Come scriveva Leonardo Sciascia: “L’intera Sicilia è una dimensionefantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione?”. 
È però allo stessotempo un luogo che ha bisogno ancora molto di crescere, di maturare, disviluppare con più coraggio le proprie potenzialità e risorse valorizzandole inmodo pieno e soprattutto più libero. Ciò avviene raramente e la cosa mi fasoffrire. 
Sono spesso costretta a spostarmi, ad andare fuori per realizzare lamaggior parte dei miei progetti o per farli conoscere svincolandomi da alcuneintollerabili logiche stagnanti. Continuo però a viverci, non saprei, forse siè più coraggiosi a restare cercando di arginare le difficoltà. Tuttavia non lofaccio per questo: è accaduto, accade, forse accadrà. Seguirò gli sviluppidella mia vita per come si proporranno e deciderò.
Il tuo prossimo progetto per il futuro?
A parte quelli in itinere di cui ti ho parlato, sto scrivendoe sviluppando un piccolo libro…
Un tuo sogno…
Trovare una persona profondamente generosa epredisposta, un Maestro che possa trasmettermi la sua esperienza senzabarriere. Lo so, è un sogno.
Hai un consiglio da dare ai giovani creativi?

Mah, prima di dare un consiglio ne dovrei ancoraricevere molti. Ci provo: succhiare pienamentedalla vita?

Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il prossimo caffè. Certo il luogo è da stabilire, ma ha importanza?

Grazie del tuo tempo Ivana, e in bocca al lupo di cuore per i tuoi progetti futuri.

Per info: www.ivanariggi.com, ivanariggi@gmail.com
Il libro Anisette e gli altri è acquistabile in tutte le librerie e nei circuiti di vendita on line.

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