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20 giorni a Coventry, parte 3°

BEHAVIOUR – COMPORTAMENTO

 

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Colazione

1 litro di Cappuccino da Costa o 2 pinte di birra per cominciare la giornata?

 

Pranzo

La cultura del cibo è legata alla cultura delle persone. Per noi Italiani è essenziale mangiare bene. Anche chi non sa cucinare, potendo scegliere, sceglierà sempre il buon cibo al fast food.

Che io cucini 2 volte al giorno tutti i giorni (non stiamo parlando di prelibatezze, parlo ad esempio di una pasta con i fagioli) è fantascienza per gli Inglesi, oppure una immensa fortuna.
Molti ragazzi desidererebbero poter mangiare almeno una volta al giorno tutti insieme a tavola con qualcosa di cucinato dalla propria mamma, ma credo che ciò avvenga molto raramente.

Gli Inglesi preferiscono i piatti pronti di M&S che, a dire la verità, sono davvero di ottima qualità. Io stessa ho provato dei tortelloni (M&S ma fatti in Veneto), una zuppa ramen e i gyoza, ravioli Giapponesi, ma solo per soddisfare la mia curiosità sul cibo delle altre culture e non per sostituire i sapori della mia tradizione.

Gli Inglesi sono imbattibili sulle cose dolci: adorano, letteralmente, caramelle e snack al cioccolato o alla frutta secca. In Italia abbiamo Kinder e Nestlè (i primi che mi vengono in mente)? Qui ci sono millemila marchi diversi. Questa si che è una infanzia felice! 😉 Scherzo, in realtà sono amati da tutte le età e, a dire la verità, sono proprio gli anziani i maggiori compratori.

 

Fashion

  • Bella donna con un bel vestito addosso e ai piedi un paio di pantofole da piscina (quelle con la fascia che si chiude con il velcro, avete capito)
  • Uomo anziano in bicicletta, caschetto da ciclista e vestitino rosa di velo a fiori in stile lolita
  • Bambina di 10 anni in giro a torso nudo
  • Ragazze che camminano fuori casa senza scarpe, oppure con i calzini, oppure con ad un piede un calzino e l’altro piede nudo
  • Bambini che entrano scalzi nei bagni pubblici
  • Bambini piccoli che assaggiano moquette (che qui sono ovunque, quindi bisogna provarle tutte, giustamente)
  • Donne che vanno dal parrucchiere con i capelli già bagnati ed escono dal parrucchiere con i capelli bagnati (si fanno tagliare i capelli e stop)
  • 30° all’ombra e ragazza con cappotto di pile
  • Vento, pioggia e freddo e persone che sembra appena tornati dalla spiaggia

Solo una di queste è vera.
No, scherzo, sono tutte vere.

Consiglio: se non sapete quali scarpe indossare, mettete delle infradito bikini che stanno bene sempre e comunque.

 

Bere

Ragazzi qui si beve, tanto.

Quando mi sono iscritta dal dottore mi hanno fatto compilare un questionario con frasi del tipo:

  • Mi capita di non sapere come sono arrivato in un posto – Molto spesso – A volte – Mai –
  • Succede che non ricordo nulla della sera precedente – Molto spesso – A volte – Mai –
  • Un mio amico mi ha suggerito di parlare con qualcuno del mio problema con l’alcool – Molto spesso – A volte – Mai –

Gli Inglesi amano stare insieme a chiaccherare con una birra o un superalcolico sul tavolo. Anche se si è in famiglia (padre, madre e bimbi piccoli oppure nonno, nonna e nipotini) si sta tutti insieme al pub o al bar o sui tavolini del ristorante con d’avanti qualche snack e tanto alcool.

Paese che vai… ok, ma dove lo mettono tutto quel liquido? Dove la trovano la lucidità per godersi i momenti con la propria famiglia?

Non ridete di me, io bevo Coca Cola. Aaaaaahhh

 

Buone maniere

E su questo argomento ho ancora tanto da imparare.

Se hai bisogno di una informazione, ad es. in un negozio, ti avvicini alla commessa che ti sorride e ti dice: Buongiorno, come va? In cosa posso esserti utile? Hai bisogno di una mano?

Da qui anche io, ogni volta che ho bisogno di parlare ad una persona dovrei cominciare con – sorriso -: Ciao, tutto bene? Ciao, come stai? Buongiorno, come va?

Ma ammetto che non sono ancora entrata in questo modo di fare.

Poi ci sono tutta una serie di frasi da utilizzare per rendere più gentile una richiesta: Ti dispiace se? Sarebbe un problema se? Potresti gentilmente? Con una bella dose di please all’inizio, in mezzo e alla fine della frase, giusto per non sbagliare.

 

Lingua

Ce la sto mettendo tutta ma la lingua è un bello scoglio da superare.

Nella nostra lingua esprimiamo al meglio tutto il nostro essere. Una battuta? Fa di certo ridere il collega seduto di fronte alla tua scrivania con cui hai passato 4/5 anni della tua vita ma non viene altrettanto bene tradotta in Inglese, anzi, in un Inglese masticato.

Se dicessi una battuta in napoletano ad un altro napoletano sarebbe ancora più divertente, non per la battuta in se ma perchè avrei la certezza che tra di noi “ci siamo capiti”.

Capite cosa intendo? E’ questo il gap che sento e che mi separa da tutti gli altri.

Farsi capire, dare all’altra persona tutti gli strumenti per intendere davvero cosa volevamo esprimere, non è facile. E’ più facile se si parla di cose tecniche, se si va su argomenti già noti ad entrambi, ma non è facile esprimere un opinione, parlare di se, raccontare.

Quando sono a casa sono a mio agio. Ascoltare la mia musica mi fa emozionare, mi fa pensare che sono sempre io, in un altro posto, ma sempre io.

Mi sento a casa quando ascolto Pino Daniele. Lui parla una lingua che non è Italiano e neanche Napoletano. E’ la lingua del mio essere, il suono con il quale sono cresciuta, i colori che ho visto e i sapori che ho assaggiato, la battuta fatta con i gesti, è il ricordo di quella strada, è emozione in note.

Forse potrei farmi capire meglio se potessi regalare un pò di Pino Daniele a chiunque incontri sulla mia strada, come un biglietto da visita da odorare e assaggiare e ascoltare e piangere e ridere e stare insieme.

Tutto cambia e ben presto comincerò anche a pensare in Inglese ma deve passarne di acqua sotto i ponti e soprattutto ho bisogno di nuove amicizie.

Tutto a suo tempo.

Byyyyyyye Adele

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